Restauro
Dopo aver individuato lo stile tecnico artistico di un mobile, lo restauriamo con tecnica conservativa o integrativa
Il primo approccio che si ha di fronte ad un mobile da restaurare consiste nell’individuazione tecnica artistica del mobile in oggetto, ovvero la sua collocazione nel tempo, i metodi usati per costruirlo, lo stile che lo caratterizza. Acquisiti questi dati sarà fondamentale decidere il tipo di restauro da eseguire,
I tipi di restauro
Il restauro può essere:
- conservativo
- integrativo.
Il restauro conservativo
Un restauro conservativo interverrà sul mobile solo con opere di consolidamento delle parti esistenti, salvaguardando, nei limiti del possibile, i danni acquisiti con il tempo. In un restauro conservativo non è necessario ripristinare, al punto di riportare il mobile alle condizioni in cui era quando fu costruito. Una gamba mancante va sicuramente rifatta, ma una tavola imbarcata, una cornice eccessivamente tarlata non devono essere reintegrate, ma consolidate per far si che la loro autenticità rimanga intatta nel tempo
Il restauro integrativo
Il restauro integrativo invece riguarda più da vicino i mobili che non hanno più un’anima, se non si interviene in maniera drastica. Ricostruendo una cornice mancante su di una credenza, si ridonerà allo stessa il fascino che aveva perso lungo il suo percorso nel tempo. Si inizia sempre con gli interventi di falegnameria, poi di pulitura e quindi di lucidatura.
La pulitura di un mobile in restauro
La pulitura del mobile in restauro è l’operazione che richiede più attenzione, perché un errore è più o meno irreversibile.
Cosa importante è la salvaguardia della patina, quella colorazione che il mobile ha acquisito con il tempo, è irriproducibile, grande attenzione all’uso di sostanze aggressive (soda caustica, acidi di vario genere), o di abrasivi, lana d’acciaio o carta abrasiva.
Per un buon restauro si analizza sempre il tipo di vernice che ricopre l’oggetto, non sempre è necessario sverniciare.
La lucidatura
La lucidatura è quell’operazione finale che dona al mobile tutto il sapore del suo tempo trascorso. I metodi principali di lucidatura sono due:
- a cera, destinato a mobili di origine popolare
- a gommalacca, per mobili di ebanisteria medio alta.
Stabilita l’epoca esatta del mobile si effettueranno metodi diversi di restauro sia d’ebanisteria sia di finitura, scelta del tipo di legno, ogni ripristino va fatto con lo stesso legno di cui è composto l’oggetto e possibilmente della stessa epoca.
Piccolo cenno storico sulla lucidatura a gommalacca.
Nel ‘700 si sviluppa in Francia un nuovo processo di lucidatura che esclude la cera. La nuova tecnica, chiamata appunto “lucidatura francese”, utilizza, come vernice, fogli di gommalacca sciolti nello spirito. Si procedeva passando sulla superficie del mobile un tampone di ovatta imbevuto di gommalacca e spirito, avvolto a forma di uovo in una tela di lino o di cotone. L’artigiano lucidatore lavorava con accorti movimenti, ora dritti, ora spiraliformi, ora a otto, curando di spalmare la vernice in modo uniforme e di non ripassare sulle stesse parti, prima che fossero asciutte. L’ovatta, protetta dal lino, costituiva un serbatoio il cui flusso erogatore veniva regolato dalla maggiore o minore pressione delle dita del lucidatore, mentre il lino aveva la funzione di filtro. Verso la fine, si lubrificava il tampone con poco olio di lino per aumentarne la scorrevolezza e togliere le eventuali imperfezioni. Questa era la fase principale, chiamata “processo di solidificazione”.
Prima c’era stata la preparazione, o “processo di inumidimento”, consistente nel dare, con un panno, una prima mano del lucido che veniva assorbita dal legno con grande rapidità. Al processo di solidificazione seguiva il “processo di rinvigorimento”, che comprendeva il frizionamento del mobile, sempre a mezzo del tampone, imbevuto di vernice molto più diluita (50% di gommalacca e 50% di spirito). Da ultimo si passava all’operazione finale di brunitura. La “lucidatura francese” soppiantò nell’800 le altre tecniche in uso fino ad allora, al punto che si usò togliere ai mobili la precedente vernice per sostituirla con la più resistente lucidatura a lacca.